Obesità e dimagrimento: un percorso non sempre facile

Obesità e dimagrimento: un percorso non sempre facile

Il dimagrimento è un processo fisiologico che in linea teorica risulta semplice da attuare, eppure la maggior parte delle persone affette da obesità abbandonano il piano dietetico o dichiarano di essere arrivati all’obbiettivo con difficoltà. Secondo uno studio europeo, presentato al Congresso Europeo sull’Obesità, tre persone obese su quattro non sono riuscite a raggiungere l’obbiettivo prefissato, e solo il 25% dei 1.850 casi presi in esame ha raggiunto una perdita di peso significativa.

Le cause dell’insuccesso sono varie e per poterle comprendere a pieno bisognerebbe analizzare caso per caso ogni singolo paziente. I dati emersi dallo studio, che ha coinvolto sei nazioni tra cui l’Italia, mettono in evidenza la complessità di questa problematica e che il trattamento dei soggetti obesi deve avvenire in maniera specifica, intervenendo non solo sul piano alimentare ma anche su quello psicologico.

Cause dell’obesità

L’obesità è una condizione che spesso si verifica per la combinazione di più fattori che sono: scarsa attività fisica, il consumo costante di alimenti ipercalorici e in alcuni casi anche una predisposizione genetica all’accumulo di tessuto adiposo. Secondo il professore Gianluca Castelnuovo, docente di psicologia clinica presso l’università Cattolica di Milano, la ricerca svolta nel 1959 dallo psichiatra Albert J. Stunkard è ancora tutt’oggi attuale: <<la maggior parte dei pazienti con obesità non comincia nessun trattamento, tra coloro che ne cominciano uno, la maggior parte non lo porta a termine; tra quelli che lo terminano, solo una piccola parte riesce a perdere significativamente peso e la maggior parte di loro lo recupererà facilmente>>. Non si tratta di un modo per demotivare e allontanare dai propri obiettivi chi è affetto da obesità, ma è un mezzo per comprendere che tale condizione deve essere affrontata in modo particolare e non a livello superficiale.

Fisiologia e resistenza al dimagrimento

Come già accennato in precedenza, perdere peso è un processo metabolico piuttosto semplice: basta ingerire meno calorie di quello che l’organismo necessita per attuare un deficit calorico, con conseguente riduzione del tessuto adiposo; tutto questo però in una persona obesa risulta difficile da attuare. Un soggetto abituato a non praticare attività fisica, a nutrirsi in maniera scorretta e spesso senza nessun criterio di valutazione verso il cibo, avrà difficoltà a seguire il nuovo stile di vita, compresa la dieta ferrea che include determinati alimenti e ne esclude altri. Dopo un certo periodo si attuerà una forma di blocco verso la dieta; anzi un percorso del genere può risultare dannoso e controproducente, portando il soggetto non solo a interrompere la dieta ma a mangiare più di prima, recuperando velocemente i chili persi con il serio rischio di aumentare ulteriormente di peso.

Motivazione e obbiettivi personali

Appurato che si tratti di una problematica anche psicologica, l’approccio migliore da attuare è quello che prevede di stimolare nel paziente una motivazione valida, in grado di spingerlo concretamente ad alimentarsi in modo corretto e a svolgere attività fisica. Il rapporto medico-paziente deve essere reale, diretto e concreto, mettendo da parte le soluzioni teoriche e mirando dritto al problema. Ma in che modo farlo? per esempio se il paziente è un padre, può essere motivato a giocare con il proprio figlio o a praticare attività con lui, come andare in bicicletta. Mentre sul piano alimentare è più funzionale conoscere i suoi gusti e impostare dei piccoli obbiettivi quotidiani, piuttosto che teorizzare sulla dieta ferrea e intransigente che produrrà come risultato finale un sicuro fallimento.

Anna Palumbo
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