Grazie alle donazioni di sangue, molte patologie ematologiche e oncologiche trovano oggi una cura specifica ed efficace
Prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il numero dei donatori di sangue aveva raggiunto livelli che, dopo il calo registrato nel periodo pandemico, si sta cercando lentamente di ripristinare.
La disponibilità di plasma non rileva, infatti, solo in contesti chirurgici o di emergenza, ma anche nella creazione di farmaci derivati, alcuni dei quali assumono la valenza di veri e propri “salvavita”.
Quanto è importante la disponibilità di sangue
Si stima che, nel mondo, ogni 2 secondi una persona necessiti di una trasfusione di sangue: nelle unità di pronto soccorso, durante gli interventi chirurgici, in oncologia e nella terapia di malattie causate da stati di anemia o emofilia, è indispensabile poter disporre di sangue e plasma per affrontare eventuali emergenze che, se non immediatamente fronteggiate, possono condurre a esiti fatali.
Come viene utilizzato il sangue donato
Mentre i globuli rossi curano l’anemia, le piastrine consentono di controllare i livelli di coagulazione che, in alcune patologie emorragiche, risultano deficitari.
Numerose malattie immunologiche e oncologiche vengono curate con farmaci derivati dal plasma e non si può non pensare quanto il sangue sia l’essenziale supporto dei numerosi casi di talassemia presenti in specifiche zone del nostro Paese, come il delta del Po, la Sicilia e la Sardegna.
I pazienti affetti da questa patologia, infatti, devono essere sottoposti a cicliche trasfusioni di sangue per tutta la durata della loro vita: senza una donazione costante che rifornisca le scorte di sangue disponibili, gli interventi di sostegno a questi pazienti non potrebbero essere effettuati e la loro sopravvivenza verrebbe messa quotidianamente a rischio.
Plasma e farmaci derivati: una correlazione che salva la vita
Uno dei componenti del sangue, il plasma, costituisce la base di preparazione di medicamenti, considerati indispensabili per mantenere in vita persone affette da malattie legate al mancato o insufficiente funzionamento del sistema immunitario. Le immunoglobuline e altri plasmaderivati, vengono usati anche per curare alcune forme di neuropatie che provocano gravi invalidità: grazie alla somministrazione di tali farmaci, molti pazienti colpiti da questo genere di patologie possono riprendere a deambulare e a condurre una vita normale.
Perché è essenziale donare il sangue
Allo stato attuale, nel nostro Paese le donazioni di sangue si mantengono su livelli molto più bassi di quelli che potrebbero garantire una adeguata copertura del fabbisogno di globuli rossi (circa 40 donazioni ogni 1000 abitanti).
In alcuni periodi dell’anno, come l’estate, questo dato viene, purtroppo, disatteso e anche la raccolta di plasma per l’elaborazione di farmaci derivati risulta sotto la media auspicata, attestandosi a circa 14 kg contro i 18 ogni 1000 abitanti che consentirebbero di raggiungere l’autosufficienza nazionale.
La situazione attuale in Italia
Nel periodo pre-pandemia, il nostro Paese aveva raggiunto ottimi traguardi nel settore della raccolta di plasma, sfiorando un totale di 860.000 kg, ottenuti nel 2019.
Il grave calo delle donazioni (circa il 9,5%), registrato durante l’emergenza sanitaria, è stato parzialmente recuperato nel 2022, con un lieve incremento anche nella produzione di unità di globuli rossi che, nel mese di febbraio, ha segnato una ripresa dello 0,5 % rispetto allo stesso periodo all’anno precedente.
Nuove tecnologie sostitutive del plasma
Per ovviare alla carenza di sangue si è fatto ricorso a strumenti d’avanguardia, che fanno riferimento alle “tecniche di ingegneria ricombinante”: questi sistemi si sono rivelati estremamente utili per produrre derivati del plasma di tipo sintetico, frutto di elaborazioni genetiche, che presentano un’efficacia terapeutica pari alle proteine naturali biologiche.
La ricerca in questo campo è di livello avanzatissimo e promette sempre nuovi sviluppi; tuttavia non ha ancora raggiunto traguardi come la produzione artificiale di piastrine e globuli rossi, la cui utilizzazione non può che derivare ancora dalle tradizionali trasfusioni.
La donazione, unica via
La sola strada percorribile per garantire il fabbisogno nazionale di sangue e plasma rimane ancora quella che fa riferimento alle donazioni.
Non esistendo, infatti, un’alternativa alla terapia trasfusionale, non resta che invitare ogni cittadino a trasformarsi da potenziale a effettivo donatore.